I Dead Cat in a Bag sono una folk band.
Il gruppo inizia la sua attività nel 2011 con l’album Lost Bags (Viceversa Records/Halidon), prodotto da Marcello Caudullo, che vede la partecipazione di Liam McKahey dei CousteauX, di Massimo Ferrarotto (Feldman, Cesare Basile) e di Ivan Bert (Dark Magus Orchestra). La presentazione avviene in diretta radiofonica nazionale, su Radio Due dal palco del Salone del Libro di Torino, poi la band promuove il disco con concerti propri e aperture ai concerti di Hugo Race, Bonnie Prince Billy, Dad Horse Experience, Fatalists in festival come Collisioni e Strade Blu. L’album è nominato per il premio Fuori dal Mucchio e riceve un’ottima accoglienza critica: “Erano un duo post folk, oggi sono un ensemble allargato che centrifuga Waits, Cohen, Lanegan, Tindersticks, chanson francese e teatro tedesco, Tex-Mex e Balcani. Cantano sogni zingari senza mai essere pretenziosi. Questo è uno dei pochi cd che non mi stanco di ascoltare.” (Massimo Cotto, Max).
Con Late for a Song (Viceversa/Audioglobe, 2014) il suono si evolve: “Né tradizionalisti né sperimentali, i Dead Cat In A Bag fanno musica che sembra esalare dalle ferite nascoste, dai viottoli dimenticati, dalle bettole in cui non entreresti. (…) Il loro percorso si sta facendo interessantissimo” (Stefano Solventi, Sentireascoltare). Gli ospiti sono Fabrizio Rat Ferrero (La Machina), Simone Arloiro, Valerio Corzani (Mau Mau, Interiors), Enrico Farnedi (Goodfellas), Vito Miccolis. La presentazione avviene in diretta live su Radio Svizzera Italiana e l’album è incluso tra i migliori dischi dell’anno, italiani e non, su parecchie classifiche di fine anno.
Altre canzoni del periodo sono comparse nelle compilation di 42 Records, Viceversa, Sonofmarketing. La resa live, che comprende dagli otto ai tre elementi sul palco, si rivela talvolta persino scanzonata e non di rado divertente: “Le ballate marinaresche, i brani più intimisti e quelli più chiassosi hanno creato un’atmosfera assolutamente singolare, capace di portare gli ascoltatori lontano, dall’Irlanda dei Pogues all’esistenzialismo claustrofobico del primo Nick Cave, passando per carrozzoni gitani, comunque attraverso una cifra stilistica assolutamente personale (e sofferta).” (Gianpaolo Iacobone, Outsiders).
Il terzo album, Sad Dolls And Furious Flowers, uscito per la prestigiosa Gustaff Records, radicalizza la tendenza eclettica e sperimentale, abbracciando anche la jazz ballad e un etno-folk screziato di elettronica e suoni industrial. Coerenza alla vocazione nomade e sguardo internazionale portano la band a cantare in inglese, francese, spagnolo, mantenendo la centralità del testo tipica del cantautorato. La definizione più frequente è quella di folk noir.
I collaboratori sono Mattia Barbieri (Mau Mau, Richard Galliano), Thomas Guiducci, Elia Lasorsa (Accordi Disaccordi), Stefano Risso (Edna, Lalli, Barbermouse), Luca Biggio (MultiKulti Orkestra), Carlo Barbagallo, che co-produce il disco.
“I Dead Cat In A Bag ci instradano verso un incubo senza fine, velato di quella tristezza che mai abbandona le liriche, risplendendo nei suoni (in minore) e lacerando il cuore dell’ascoltatore. Dietro l’angolo immaginiamo la sagoma di Jason Molina, per l’approccio dolente e l’insofferenza feroce, consumatrice persino dell’ultimo alito d’ossigeno […]. Capaci di strane mutazioni genetiche, mai scontate, sparigliano spesso le carte in tavola […].
Sad Dolls And Furious Flowers sarà ricordato come uno dei dischi italiani – sì, è un disco italiano – più intensi dell’anno: sarà sale sulle vostre cicatrici.” (Claudio Lancia, Ondarock).
L’album è disco dell’anno su Sentireascoltare, nella classifica di Valerio Di Marco e su TomTomRock; la band è terza fra i dieci artisti italiani più degni d’attenzione secondo Classic Rock, dopo Giorgio Canali e Calibro 35. Le canzoni sono selezionate per trasmissioni su Rai 3, Rai 2 e per la programmazione musicale della linea metropolitana torinese, la presentazione dal vivo avviene a Radio Popolare.
Il tour di presentazione polacco registra un buon numero di sold out.
Il live prevede uno spettacolo di teatro-canzone, gestito in trio, con spazio dedicato a momenti divertenti, monologhi, proiezioni.
“La duttilità e l’abilità multistrumentistica dei membri della band permette loro di esprimere un sound corposo e degno di gruppi con un numero ben maggiore di elementi. Luca Swanz Andriolo, frontman istrionico, riempie la scena con la sua particolarissima voce, alternando banjo e chitarra elettrica con qualche intervento di armonica. Andrea Bertola si conferma eccellente violinista, trovando anche modo e tempo di occuparsi della batteria elettronica e di una generale, discreta quanto attenta, ‘regia’. Scardanelli, dal canto suo, si presenta autentico one man band, con uno zaino batteria, dedicandosi soprattutto alla sua fisarmonica, ma non disdegnando interventi alla chitarra. E anche sfoderando nei controcanti una voce insospettata e gradevolissima. Ma un concerto dei Dead Cat non è un qualcosa di esclusivamente musicale, quanto uno spettacolo in senso più esteso, nel quale i membri della band rivelano le loro frequentazioni di altre forme artistiche, quella teatrale innanzitutto.” (Renzo Nelli, TomTomRock).
Swanz, fondatore e frontman della band, scrive colonne sonore per spettacoli teatrali e compare, come musicista in scena e attore, in spettacoli di Michela Lucenti/Balletto Civile, Valter Malosti/Teatro di Dioniso, Kulturscio’k, Cie La Bagarre, EgriBianco Danza, Gabrielli e Migliora, Alessandra Dell’Atti, in tournée nazionali e internazionali. Col progetto Electro Strings ha lavorato per eventi pubblici, privati e spettacoli televisivi (Audi, TvSvizzera). Con il nome di Swanz The Lonely Cat ha registrato Covers On My Bed, Stones On My Pillow (Desvelos/Audioglobe, 2017), lodato dalla critica e più volte paragonato alle American Recordings di Johnny Cash o all’ultima produzione di Leonard Cohen. Un brano è presente sulla compilation dedicata a Woody Guthrie della rivista APARTE. Suona come sessionman, sia in studio che sul palco, con Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, CSI), Midnight Scavengers, Silent Carnival, Gentless3, Federico Sirianni, Guignol, Thomas Guiducci, Davide Tosches, Andrea Tarquini, Ho.Bo. Al momento è impegnato in un progetto a quattro mani con Stella Burns (Lonesome Rabbits, Hollowblue) e in un lavoro solista che esplora harsh-noise, drone music ed elementi di musica concreta.
Il polistrumentista Scardanelli ha un progetto solista a proprio nome, con cui ha pubblicato Il buonsenso spiegato al mio cane nel 2011, per Snowdonia Records. Per anni è stato uno trai più singolari uomini-orchestra della scena busker, grazie alla perizia e alla versatilità con cui suona fisarmonica, zaino-batteria, tromba, sega musicale, chitarra, banjo-ukulele. Ha preso parte a spettacoli di Tekhneteatro, Barbara Altissimo, Kulturscio’k. Ha inoltre composto la colonna sonora per il film Le meraviglie di Alice Rohrwacher (Gran Premio della Giuria a Cannes nel 2014). Sotto mentite spoglie, è lo YouTuber che ha creato il fenomeno di Fandoniah, realizzato in completa autonomia.
Il violinista, percussionista e arrangiatore Andrea Bertola lavora come videomaker, tecnico di ripresa, montatore e regista per agenzie pubblicitarie di fama internazionale e si occupa della parte visiva (insieme a Swanz, alla fotografia), realizzando i video della band e le proiezioni. Dal 2016 Insegna motion graphics, tecniche di riprese e video eventi allo IED di Torino.
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